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In principio erano i bavaglini bandana

Come è nato il brand filo.vero (sì, adesso sono ufficialmente un brand ;-) )

Già lo sapete, ma non vi ho mai raccontato quale è stato il primo prodotto, come è nato e perché.

Correva l’anno 2010. Io ero a casa per gravidanza a rischio con Matilde nella pancia e Martino fuori.

Martino allora aveva quasi 4 anni, secondo anno di scuola materna, aveva appena scoperto la cresta nei capelli e le magliette rock. Precoce il ragazzino, lo so.

Ogni mattina prima di uscire si decideva un outfit degno di un incrocio tra Curt Cobain e i Sex Pistols e si andava a scuola. Però…c’era un però. Martino in quel periodo soffriva di una cosa che porta il nome davvero terribile di scialorrea, ovvero produceva un sacco di saliva e non riusciva a deglutirla tutta. Ci dissero che faceva parte del pacchetto “tutto compreso” di Marti (insieme ad un sacco di altre cose che non sto qui ad elencare).

Morale della favola: ogni ora circa bisognava cambiare la maglietta da rocker con il risultato che a fine giornata avevo tipo 10 magliette da lavare.

Perché non usare un bel bavaglione di spugna con l’elastico, direte voi? Perché lui NON LO VOLEVA.

Ho provato a spiegargli che Sid Vicious sarebbe stato terribilmente orgoglioso di lui, che il bavaglio di spugna è quanto di più punk esista…ma nulla da fare.

Allora mi sono messa a cercare on line (tanto avevo un sacco di tempo da passare semisdraiata con un computer in grembo) e ho trovato delle mamme americane che producevano una specie di bavaglini a triangolo rivestiti di pile. A me questa cosa del pile non piaceva tanto, fa sudare, è sintetico e non assorbe nemmeno un granchè. Ma l’idea era buona. Così ho cercato dei bei tessuti scozzesi da camicia (vicino a casa mia c’è un’azienda che produce camicie da uomo di alto livello e sono andata a chiedere se avevano dei ritagli di tessuto